comunicato stampa
Una delegazione della Rete romana contro la crisi, ha incontrato a Roma nel pomeriggio di ieri il dott. Virgilio D'Astoli, rappresentante della Commissione Europea a Bruxelles per i rapporti con la società civile. Il tema dell'incontro era quello di mettere nero su bianco l'allarme sociale dovuto alle misure antipopolari imposte dalle istituzioni e dai governi europei e la segnalazione che queste incontreranno una forte opposizione sociale e sindacale.
"Le direttive impartite a livello europeo rischiano di uccidere il malato - hanno sostenuto gli attivisti della Rete - soprattutto nell'Europa meridionale (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo) dove da tempo le società sono sottoposte a politiche di aggiustamento strutturale che intervengono sui settori popolari già sotto pressione da anni". Sul piano dei sistemi di welfare state, del lavoro, delle privatizzazioni dei servizi pubblici e dello stesso debito pubblico, le istituzioni europee tagliano settori che hanno assicurato fino ad oggi reddito e coesione sociale per tutti pur in presenza di una recessione latente da anni oggi diventata esplosiva e palese. Per non "minare la fiducia dei mercati finanziari" le istituzioni europee non ipotizzano alcun congelamento del pagamento degli interessi sul debito pubblico (che va nella mani degli stessi soggetti che alimentano poi la speculazione finanziaria) ma non si preoccupano affatto di "minare la fiducia" dei lavoratori e pensionati che si vedono decurtare i redditi e il potere d'acquisto ormai da anni. Non solo. "In Italia, il referendum per la difesa dell'acqua e dei servizi pubblici non può che entrare in collisione frontale con le direttive europee che impongono la privatizzazione/liberalizzazione dei servizi locali (acqua, trasporti, rifiuti etc)".
Il dott. D'Astoli dal canto suo ha sottolineato come con il vertice e il documento adottato il 12 maggio, i governi dell'Unione Europea abbiano di fatto esautorato la Commissione della gestione della crisi. La centralità del Consiglio Europeo (costituito dai governi) fa sì che le decisioni vengano prese dai singoli governi in coordinamento tra loro all'interno di un organismo che non deve rispondere al parlamento europeo come invece avviene per la Commissione. La discussione è proseguita su vari aspetti relativi al deficit democratico e sociale sul quale sono venuti costituendosi i vari Trattati europei e sulle possibilità che i movimenti sociali e sindacali possano in qualche modo intervenire sulle scelte strategiche dell'Unione attraverso i referendum propositivi a livello europeo. Il dato che emerge con evidenza è che le istituzioni europee e le istanze sociali e sindacali sono due universi ben distinti e separati profondamente. Mentre la delegazione della Rete contro la crisi si incontrava con la Commissione Europea, in piazza di Torre Argentina si svolgeva un presidio degli attivisti della rete stesso messo però a dura prova dalla pioggia caduta copiosamente.
Roma, 3 giugno 2010
La Rete romana contro la crisi
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